Meditazione attiva

Propongo pratiche di meditazione attiva per entrare in contatto con il nostro corpo

Cos'è la meditazione attiva

La meditazione è riconoscere che non sono la mia mente, i miei pensieri, i miei ruoli.
La meditazione è uno stato, una pratica, un’esperienza.
La meditazione non è concentrazione.
La meditazione non è decidere che DEVO svuotare la mente.
La meditazione è essere completamente presenti e completamente rilassati.

La meditazione è osservare quello che è. E starci.

La meditazione è uno stato di consapevolezza.

Per raggiungerlo si possono usare tecniche diverse – la meditazione zen, la meditazione trascendentale, la meditazione Vipassana, la Mindfulness – in cui ci si focalizza sul respiro e la staticità, con o senza la ripetizione di mantra. Tutte queste tecniche si praticano tendenzialmente seduti, ad occhi chiusi.

La meditazione attiva usa il corpo come strumento per entrare nello stato di consapevolezza.

Lasciare spazio al movimento e alla danza permette di connettersi più facilmente al sentire e di esprimere l’energia che è in noi.

È attraverso il corpo che facciamo esperienza di qualsiasi cosa nella vita. Quando siamo completamente presenti, la nostra anima diventa visibile.

Con le meditazioni attive impariamo a conoscerci più profondamente, ci connettiamo con il nostro corpo e ci fidiamo del fatto che sappia dove portarci. 
Attraverso di lui arriviamo al centro.

Ogni sessione ha un tema, un oggetto di attenzione, ed è un viaggio attraverso il movimento e la presenza.
La musica e le mie parole guidano il processo.
Nella prima fase sentiamo il corpo: quale parte ha bisogno di muoversi? Come? Non lo decidiamo, lo lasciamo accadere.
Bisogna essere portati? Avere studiato danza? No, serve solo avere un corpo. I movimenti sono difficili? Non saprei, i movimenti sono i tuoi.
Lasciati guidare dalla musica. 
Dopo aver lasciato spazio al corpo, osserviamo fermi e in silenzio cosa si muove in noi.
Il punto non è “svuotare la mente” ma accorgerci di tutte le volte che ci distraiamo, che seguiamo il filo dei dovrei e non dovrei, delle emozioni e dei pensieri.

Essere più presenti, ascoltare il proprio corpo, essere più lucidi, ridurre ansia e stress, riuscire a gestire meglio le emozioni.

Spesso si legge in giro che la meditazione aiuti a lasciare andare il controllo.

Io credo che porti invece la consapevolezza che non lo abbiamo mai avuto.

A chi vuole smettere di correre come un criceto sulla ruota.

A chi vuole imparare (o ricominciare) ad ascoltare il proprio corpo.

A chi vuole essere più presente e conoscersi un po’ di più.

A chi vuole divertirsi.

A chi vuole smettere di annaspare e ricominciare a respirare.

A chi è in cerca. 

«In molte società sciamaniche, quando qualcuno si rivolgeva ad una persona di medicina e lamentava di essere sfiduciato, scoraggiato o depresso, gli facevano queste quattro domande:
Quando hai smesso di ballare?
Quando hai smesso di cantare?
Quando hai smesso di essere affascinato dalle storie?
Quando hai smesso di trovare conforto nel silenzio?»

– GABRIELLE ROTH –

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Chi sono

Pratico discipline legate al corpo da quasi 30 anni.

Ho incontrato la danza a 11 anni, ed è stata la prima volta che mi sono sentita a casa.

L’ho amata e odiata con la stessa intensità.

Nelle sale di danza ci sono sempre enormi specchi che riflettono la tua immagine, e io non sempre mi ci riconoscevo. Ho studiato, ho insegnato, ma i passi erano sempre di qualcun altro, anche quando li avevo messi insieme io.

A 22 anni incontro il respiro consapevole, una tecnica di respirazione diaframmatica circolare, e divento facilitatrice di respiro.

L’ho amato e odiato con la stessa intensità.

Mi ha messo di nuovo di fronte a quello specchio (metaforico questa volta) e nel tempo ho respirato tutto quello che mi restituiva: paure, dolore, abissi, gioia, libertà, connessione.

A 25 anni incontro la meditazione

Le meditazioni attive di Osho, il Vipassana e più avanti la Trance Dance, i 5 Ritmi di Gabrielle Roth, la Movement Medicine, l’Ecstatic Dance.

L’ho amata e odiata con la stessa intensità.

Più cercavo di star ferma, più volevo scappare. Più cercavo di quietare la mente, più i pensieri si ingarbugliavano. Mi sono persa e ritrovata una quantità infinita di volte. Poi ho iniziato a cercare i miei passi, lasciando che il corpo si muovesse secondo i suoi bisogni.

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C'è stato un momento in cui ho realizzato cosa mi stanno insegnando tutti gli anni di pratica:

la capacità di vedere quello che È.

Anche quando non mi piace, anche quando non è quello che vorrei. Starci. E attraversarlo.

Non sempre ci riesco, ma continuo a provarci.

Che poi è quello che porto nelle mie meditazioni.