Ecstatic dance & Meditazione

Propongo pratiche di meditazione attiva per entrare in contatto con il nostro corpo

Cos'è la meditazione attiva

La meditazione è riconoscere che non sono la mia mente, i miei pensieri, i miei ruoli.
La meditazione è uno stato, una pratica, un’esperienza.
La meditazione non è concentrazione.
La meditazione non è decidere che DEVO svuotare la mente.
La meditazione è essere completamente presenti e completamente rilassati.

La meditazione è osservare quello che è. E starci.

 

L’Ecstatic dance è una pratica di meditazione attiva che usa il corpo come strumento per entrare nello stato di consapevolezza.

Durante una sessione creiamo uno spazio di libertà: non ci sono passi da seguire o da imparare, non dobbiamo muoverci in un modo specifico. Semplicemente lasciamo che il nostro corpo ci guidi.

 

Con le meditazioni attive impariamo a conoscerci più profondamente, ci connettiamo con il nostro corpo e ci fidiamo del fatto che sappia dove portarci. 
Attraverso di lui arriviamo al centro.

Ogni sessione ha un tema, un oggetto di attenzione, ed è un viaggio attraverso il movimento e la presenza.
La musica e le mie parole guidano il processo.
Nella prima fase sentiamo il corpo: quale parte ha bisogno di muoversi? Come? Non lo decidiamo, lo lasciamo accadere.
Bisogna essere portati? Avere studiato danza? No, serve solo avere un corpo. I movimenti sono difficili? Non saprei, i movimenti sono i tuoi.
Lasciati guidare dalla musica. 
Dopo aver lasciato spazio al corpo, osserviamo fermi e in silenzio cosa si muove in noi.
Il punto non è “svuotare la mente” ma accorgerci di tutte le volte che ci distraiamo, che seguiamo il filo dei dovrei e non dovrei, delle emozioni e dei pensieri.

Essere più presenti, ascoltare il proprio corpo, essere più lucidi, ridurre ansia e stress, riuscire a gestire meglio le emozioni.

Spesso si legge in giro che la meditazione aiuti a lasciare andare il controllo.

Io credo che porti invece la consapevolezza che non lo abbiamo mai avuto.

A chi vuole smettere di correre come un criceto sulla ruota.

A chi vuole imparare (o ricominciare) ad ascoltare il proprio corpo.

A chi vuole essere più presente e conoscersi un po’ di più.

A chi vuole divertirsi.

A chi vuole smettere di annaspare e ricominciare a respirare.

A chi è in cerca. 

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Chi sono

Pratico discipline legate al corpo da quasi 30 anni.

Ho incontrato la danza a 11 anni, ed è stata la prima volta che mi sono sentita a casa.

L’ho amata e odiata con la stessa intensità.

Nelle sale di danza ci sono sempre enormi specchi che riflettono la tua immagine, e io non sempre mi ci riconoscevo. Ho studiato, ho insegnato, ma i passi erano sempre di qualcun altro, anche quando li avevo messi insieme io.

A 22 anni incontro il respiro consapevole, una tecnica di respirazione diaframmatica circolare, e divento facilitatrice di respiro.

L’ho amato e odiato con la stessa intensità.

Mi ha messo di nuovo di fronte a quello specchio (metaforico questa volta) e nel tempo ho respirato tutto quello che mi restituiva: paure, dolore, abissi, gioia, libertà, connessione.

A 25 anni incontro la meditazione

Le meditazioni attive di Osho, il Vipassana e più avanti la Trance Dance, i 5 Ritmi di Gabrielle Roth, la Movement Medicine, l’Ecstatic Dance.

L’ho amata e odiata con la stessa intensità.

Più cercavo di star ferma, più volevo scappare. Più cercavo di quietare la mente, più i pensieri si ingarbugliavano. Mi sono persa e ritrovata una quantità infinita di volte. Poi ho iniziato a cercare i miei passi, lasciando che il corpo si muovesse secondo i suoi bisogni.

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C'è stato un momento in cui ho realizzato cosa mi stanno insegnando tutti gli anni di pratica:

la capacità di vedere quello che È.

Anche quando non mi piace, anche quando non è quello che vorrei. Starci. E attraversarlo.

Non sempre ci riesco, ma continuo a provarci.

Che poi è quello che porto nelle mie meditazioni.

Percorsi

«In molte società sciamaniche, quando qualcuno si rivolgeva ad una persona di medicina e lamentava di essere sfiduciato, scoraggiato o depresso, gli facevano queste quattro domande:
Quando hai smesso di ballare?
Quando hai smesso di cantare?
Quando hai smesso di essere affascinato dalle storie?
Quando hai smesso di trovare conforto nel silenzio?»

– GABRIELLE ROTH –